venerdì 28 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
SCOPERTA SHOCK: le SEGNALAZIONI DEI MEDICI su REAZIONI AVVERSE dei FARMACI fatte dopo ANNI!
Molti medici hanno ritenuto di inviare solo dopo molto tempo, parliamo di anni, la compilazione delle schede di farmacovigilanza.
Affinché le segnalazioni di reazioni avversa mantengano la loro utilità come strumento di tutela della salute pubblica tramite la precoce individuazione dei segnali di sicurezza è essenziale che esse siano compilate e inviata non appena chi segnala viene a conoscenza della reazione avversa. Inoltre, segnalazioni inviate con anni di ritardo rendono molto difficile l’acquisizione di eventuali informazioni mancanti o l’esecuzione del follow-up.”
Sembrerebbe uno scherzo andato in onda su candid camera, ma la realtà a volte non solo è più fantasiosa, ma anche più crudele di qualsiasi sceneggiatura inedita.
Sul sito dell’AIFA, lo scorso 13 novembre 2014 appare un comunicato di per sè molto semplice, dove vengono richiamati i medici a fare il proprio dovere nel segnalare tempestivamente le reazioni avverse dovute ai farmaci che prescrivono ai propri pazienti e la nota appare così:
“Richiamo alla segnalazione tempestiva da parte dei segnalatori. E’ stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa.
La segnalazione spontanea di sospette reazioni avverse costituisce un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare potenziali segnali di sicurezza relativi all’uso dei medicinali. Tale strumento è tanto più efficace quanto più è adoperato nei corretti tempi e modi.
A tal proposito, si richiamano i segnalatori al rispetto dell’Art. 132 “Obblighi a carico delle strutture e degli operatori sanitari e successivi adempimenti dell'AIFA” del D.Lgs. 219/06 che recita: "I medici e gli altri operatori sanitari devono trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse, tramite l'apposita scheda, tempestivamente, al responsabile di farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza. [omissis]".
Affinché le segnalazioni di reazioni avversa mantengano la loro utilità come strumento di tutela della salute pubblica tramite la precoce individuazione dei segnali di sicurezza è essenziale che esse siano compilate e inviata non appena chi segnala viene a conoscenza della reazione avversa. Inoltre, segnalazioni inviate con anni di ritardo rendono molto difficile l’acquisizione di eventuali informazioni mancanti o l’esecuzione del follow-up.”
venerdì 21 novembre 2014
VetiGel: Il cerotto del futuro che curerà le ferite istantaneamente
Il cerotto sta per cambiare volto, pronto a rivoluzionare l’intero settore del soccorso d’urgenza. E non si tratterà più di un adesivo da adagiare sulla pelle, bensì di uno speciale gel che promette di fermare istantaneamente qualsiasi fuoriuscita di sangue, anche per le ferite profonde e potenzialmente letali. È questa la proposta di una giovane società statunitense: VetiGel, un polimero capace di sigillare qualsiasi taglio in poco meno di 15 secondi.
L’idea nasce dall’intuizione geniale di uno studente statunitense: utilizzare un polimero biologicamente compatibile per accelerare il processo di guarigione delle ferite. Così è nata la startup Suneris e, dopo quattro anni di esperimenti, i risultati sono ben oltre alle aspettative.
martedì 18 novembre 2014
FANS rischiosi per cardiopatici, anziani e non solo? Oggi è possibile una nuova SOLUZIONE SENZA FARMACI...
Il 35% delle italiane, più di una su 3, soffre di dolore cronico. Una sofferenza di intensità medio-elevata che nella metà dei casi colpisce testa, ossa, muscoli e articolazioni, e che compromette umore, sonno e intimità di coppia. Per cercare soluzioni il 60% si rivolge al medico (nel 51% dei casi a quello di famiglia, nel 49% allo specialista) e 4 su 5 assumono farmaci, soprattutto antinfiammatori non steroidei (i Fans, nel 64% dei casi), per controllare il male cronico come pure gli episodi acuti. Ma il 59% delle pazienti non è soddisfatto della terapia e 2 su 5 sono preoccupate per i possibili effetti collaterali.
Questa la fotografia scattata dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), intervistando un campione di 1.000 donne italiane dai 35 ai 98 anni.
I risultati emersi dall'indagine, condotta con il sostegno del Centro studi Mundipharma e presentata oggi a Milano, confermano i dati epidemiologici secondo cui molte delle patologie causa di dolore cronico sono malattie 'in rosa'. Onda ha quindi deciso di coinvolgere gli ospedali a misura di donna, premiati con i bollini rosa, nel progetto Cardiopain. L'obiettivo dell'iniziativa è "migliorare la gestione del dolore attraverso una corretta formazione degli operatori sanitari e una loro maggiore consapevolezza circa l'importanza di prescrivere terapie appropriate, nel rispetto anche delle indicazioni e note Aifa".
lunedì 17 novembre 2014
Solid Rain: Acqua in polvere come soluzione alla siccità!
SI CHIAMA SOLID RAIN, ARRIVA DAL MESSICO ED E’ ACQUA IN POLVERE anche se a prima vista assomiglia allo zucchero.
L’idea dell’ingegnere chimico Sergio Rico è un rimedio contro la siccità che potrebbe rivoluzionare la vita dei contadini di tutto il mondo. Ci sono aree del mondo in cui il cibo scarseggia, la popolazione soffre per fame e l’economia agricola è spesso bloccata. Colpa delle rare piogge, dei periodi di clima troppo secco, dei terreni aridi. Ma alla carestia può esserci un rimedio, è questa l’idea dell’ingegnere chimico Sergio Rico, inventore del rivoluzionario prodotto Solid Rain per migliorare la siccità delle campagne messicane. È una polvere che assomiglia allo zucchero. Non è dannosa per l’ambiente, minimizza i tempi di lavoro, incrementa la resa, fa risparmiare tempo e…acqua. Si acquista per 25 dollari a libbra e permette la crescita delle piante anche in assenza di pioggia, trasformando la vita degli agricoltori, ma non solo.
Ispiratosi ai pannolini per neonati, che assorbono grandi quantità di liquido in uno spazio limitato, la mente ingegneristica di Sergio Rico ha sviluppato un polimero assorbente a base di potassio che assorbe acqua fino a 500 volte la sua quantità originale. Soltanto 10 grammi di prodotto assorbono un litro di acqua e si trasformano in un gel denso e trasparente da utilizzare nella coltivazione.
sabato 15 novembre 2014
Le ALTERNATIVE NATURALI al CORTISONE
L’uso di farmaci cortisonici è legato al loro potere antinfiammatorio, utile in molte condizioni patologiche, dalle malattie dell’apparato respiratorio alle allergie, passando per le infiammazioni di vario tipo, ma esistono alternative naturali al cortisone?
La risposta è affermativa anche se occorre tener conto delle specifiche reazioni che ogni singolo individuo può sviluppare in una condizione patologica e valutare accuratamente il rimedio appropriato in base allo stile di vita e alle caratteristiche costituzionali in modo da agire direttamente sulla causa dei disturbi.
La risposta è affermativa anche se occorre tener conto delle specifiche reazioni che ogni singolo individuo può sviluppare in una condizione patologica e valutare accuratamente il rimedio appropriato in base allo stile di vita e alle caratteristiche costituzionali in modo da agire direttamente sulla causa dei disturbi.
Esistono comunque numerose piante dai principi attivi che producono sull’organismo umano colpito da malattie infiammatorie lo stesso effetto del cortisone, con una notevole azione antinfiammatoria; utili dunque nella cura di alcune patologie. L’uso di queste piante alternative naturali al farmaco non hanno i noti effetti collaterali che emergono con il cortisone, quali aumento di peso, irritabilità, ipertensione, maggiore rischio di diabete e osteoporosi, eventuale comparsa di ulcere gastriche. Possono così essere usate per diverso tempo grazie alla loro sicurezza e tollerabilità.
SANGUE: il prelievo del futuro con le vene fluorescenti
Vi siete mai chiesti come mai odiate tanto le analisi del sangue?
Perchè tremate alla vista dell’ago, perchè qualcuno addirittura sviene pur di non vederlo?
In fondo è un pizzico, meno doloroso di un pizzicotto, ma ci fa molta paura perchè la maggior parte di medici e infermieri manca la vena. Non tutti, per carità, ci sono quelli molto bravi in grado di sentire una vena al tatto, anche nei bambini… ma sono tanti quelli che vanno alla cieca e bucano due o tre volte. O peggio, bucano e cercano la vena dopo!
Se il vostro terrore è proprio questo rilassatevi, perché dall’Australia arriva la novità che risolverà tutte le angosce legate al buco. La Croce Rossa locale sta infatti sperimentando per prima la nuova tecnica fluorescente per individuare la vena senza bisogno di drammatici tentativi. In fondo è un pizzico, meno doloroso di un pizzicotto, ma ci fa molta paura perchè la maggior parte di medici e infermieri manca la vena. Non tutti, per carità, ci sono quelli molto bravi in grado di sentire una vena al tatto, anche nei bambini… ma sono tanti quelli che vanno alla cieca e bucano due o tre volte. O peggio, bucano e cercano la vena dopo!
Nelle vene l’emoglobina è deossigenata e questo fa sì che reagisca molto meglio alla luce infrarossa, rimandandola indietro sotto forma di immagine. Illuminando la pelle con gli infrarossi, quindi, si disegnerà davanti agli occhi del medico la mappa completa delle vene, rendendogli più facile “centrarle” con l’ago.
La Croce Rossa australiana sta testando il nuovo metodo su 900 donatori di sangue, di cui almeno 300 alla loro prima esperienza. Lo scopo è quello di incoraggiare i donatori giovani e se la prima donazione avviene senza intoppi, senza traumi nè dolori, essi torneranno a farla senza dubbio. Ma questo test servirà anche alla scienza per capire la validità della luce infrarossa per questo specifico scopo, il rapporto funzionalità/costi/tempo e i vantaggi o svantaggi eventuali.
Sicuramente trovare la vena al primo colpo sarà un sollievo anche per medici e infermieri, e per gli allievi di Medicina, che non godono nel vedere i loro pazienti soffrire e perdere la fiducia che hanno nel loro mestiere.
Sicuramente trovare la vena al primo colpo sarà un sollievo anche per medici e infermieri, e per gli allievi di Medicina, che non godono nel vedere i loro pazienti soffrire e perdere la fiducia che hanno nel loro mestiere.
Fonte
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