giovedì 23 ottobre 2014

APPELLO: ”Diamo un nome alla malattia di Claudia”

Quello che è certo è che si tratta di una malattia neurodegenerativa. Ma non è la sindrome di Duchenne, nè la SLA e nessun medico riesce a darle un nome specifico. 

Questa è la storia di Claudia, una ragazzina pugliese di 15 anni di cui già alcuni mesi fa si era occupato il quotidiano La Repubblica e su cui la trasmissione ‘Le Iene’ ha deciso di ritornare con un ampio servizio televisivo.



Un servizio che ha dato coraggio a tutti i social di pubblicare la sua storia con tanto di video (anche in inglese) nella speranza che il maggior numero possibile di condivisioni possa far sì che dal silenzio emerga un medico capace di dare un nome al male che ha costretto Claudia su una sedia a rotelle. Oppure che si facciano vive persone con la stessa malattia.
Tutto quello che c'è da sapere…
Ricostruiamo la storia di Claudia. La sua malattia si manifesta all’improvviso a soli 5 anni di età con vomito,stanchezzaperdita di equilibriocadute improvvise.
Dopo 2 anni il vomito scompare ma le cadute diventano sempre più frequenti, la stanchezza non l’abbandona, l’indebolimento muscolare si fa progressivo e si presenta un dolore fisso all’ombelico. Nonostante questo, nonostante la crescita rallenti, Claudia cammina da sola fino ai 13 anni quando, nel giugno del 2013, viene colpita da una grave crisi respiratoria. Viene operata e le viene estratto un blocco di muco dai polmoni, grande come una mela, che le bloccava le vie respiratorie anche se fino ad allora non aveva mai manifestato problemi respiratori.
Dopo questo episodio e il ricovero in rianimazione per due mesi, il suo corpo cede del tutto: Claudia non riesce ad alzarsi e non cammina più, sebbene muova sia le braccia che le gambe. È in carrozzina e convive con la tracheotomia che le consente di respirare. Eppure con gioia ogni giorno va a scuola.
La sua dieta prevede carnepastaverdure ma se mangia latte e derivati del latte sta male e si indebolisce ulteriormente anche se dai test non risulta allergica. Oggi Claudia ha 15 anni e la sua malattia continua ad essere un rompicapo.
Le Iene hanno attivato una casella di posta per chi potesse darle una mano: info@helpclaudia.com
Guardate tutti e condividete il video se vi va di collaborare


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giovedì 16 ottobre 2014

Quello che non sai sulle CASTAGNE!

E’ arrivato l’autunno, le temperature iniziano diventare frizzanti e con l’autunno il frutto più atteso: le castagne, il frutto più dolce di questa stagione!


Le castagne sono uno dei pochi frutti ancora spontanei al giorno d’oggi, legata alla stagionalità dei nostri boschi e dovremmo per questo motivo approfittarne.
In passato le castagne, sono sempre state considerate preziosissime, tanto da essere un cibo che avrebbe sfamato i più per buona parte della stagione.
Oggi ovviamente abbiamo di tutto nella dispensa.. ma dovremmo mantenere questa tradizione e sfruttare il momento della raccolta: è un appuntamento vivace, divertente, con un pizzico quasi magico e molto popolare, un gesto semplice che racchiude tutta la ricchezza di una tradizione tramandata. 
La castagne, a guardarci bene, dovrebbe essere considerata appartenente alla categoria dei farinacei, in quanto sostitutiva di una portata principale, di pasta e pane, è un errore mangiare castagne a fine pasto o a merenda, è decisamente calorica e rischierebbe di fermentare troppo a stomaco pieno insieme al resto del mangiato.

sabato 4 ottobre 2014

LA MENTA: scoperta naturale per combattere l'OBESITA'

LA MENTA - Una pianta dai 1000 benefici
Per dimagrire basta il mentolo, o meglio, la sensazione di freddo provocata dal principio attivo contenuto nell’olio essenziale di menta: sembra proprio che l’azione rinfrescate sia in grado di bruciare i grassi in eccesso, ma come? 

La facoltà di Medicina dell’Università di Padova, coordinata da Marco Rossato della Clinica Medica 3, ha svolto una ricerca che è stata recentemente pubblicata sulla rivista inglese “Molecular and Cellular Endocrinology” che dimostra proprio le proprietà benefiche del mentolo. Sembra infatti che sia in grado di indurre una trasformazione del tessuto adiposo bianco in un tessuto adiposo simile al tessuto adiposo bruno, conosciuto per la proprietà di bruciare i grassi producendo calore. 
Che differenza c’è tra i due tessuti? 
Il primo è un semplice accumulo di grassi, mentre il tessuto bruno attiva lo smaltimento dei grassi contenuti nel tessuto adiposo bianco trasformandoli in calore da utilizzare per energia e attività cellulari. Non è una novità che il mentolo sia utilizzato sin dall’antichità anche per scopi medici: qualche goccia di soluzione alcolica di mentolo allevia i disturbi bronchiali e le congestioni nasali ma può anche essere utilizzato come sedativo per la tosse grassa se infuso in acqua calda. L’azione rinfrescante del mentolo è utile anche per combattere i dolori se applicato a contatto con la pelle, attenuando la sensibilità della zona sulla quale è applicato.
http://ilfattaccio.orgLa ricerca padovana arriva dopo uno studio dal Maastricht University Medical Center che dimostra come il freddo sia in grado di stimolare il metabolismo mantenendolo attivo. Che le basse temperature e l’azione refrigerante siano la nuova frontiera per combattere i disturbi dell’alimentazione? ”Noto a tutti per la capacità di evocare una sensazione di freddo una volta a contatto con cute e mucose. Questa sostanza di derivazione vegetale e nota da migliaia di anni, stimola le cellule del tessuto adiposo bianco a consumare i grassi producendo calore. Il mentolo è utilizzato diffusamente nell’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica e sembra privo di effetti collaterali nell’uomo e rappresenta pertanto una possibile nuova strategia per la cura dell’obesità“, spiega Rossato. 

Fino ad oggi curare l’obesità significava cambiare il regime alimentare e ridurre l’apporto di calorie abbinando alla dieta un efficace esercizio fisico, ma il mentolo potrebbe rivelarsi una scoperta rivoluzionaria e soprattutto naturale per combattere l’obesità.
Fonte

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OLIO DI COCCO: le qualità benefiche e gli innumerevoli usi

Per millenni l'olio di cocco è stato utilizzato come prodotto dietetico e cosmetico. Si tratta di un potente distruttore di ogni tipo di microbo: virus, batteri, protozoi (molti potenzialmente nocivi). L'olio di cocco è oltretutto un naturale apportatore di grasso di alta qualità, fondamentale per una salute ottimale dell'organismo.
Circa il 50 per cento del grasso contenuto nell'olio di cocco è acido laurico, elemento estremamente raro in natura. L'olio di cocco contiene acido laurico più di qualsiasi altra sostanza sulla Terra.

Il nostro organismo converte l'acido laurico in monolaurin, un monogliceride capace di distruggere i virus lipido rivestiti come HIV, herpes, influenza, morbillo, batteri gram-negativi e protozoi come la Giardia lamblia. Di certo è uno dei motivi che rendono l'olio di cocco così utile in medicina, sia nell'uso esterno che in quello interno.
L'olio di cocco è composto da acidi grassi a catena media (MCFAs) i quali sono facilmente digeribili e le cui membrane cellulari sono facilmente incrociabili. 
Gli MCFAs sono immediatamente convertiti dal fegato in energia, anziché essere immagazzinati sotto forma di grasso. Ecco perché consiglio l'olio di cocco come ideale sostituto dei carboidrati non vegetali.
L'olio di cocco viene assorbito senza fatica dal sistema digestivo e non produce picchi di insulina nel sangue, quindi per ottenere un immediato apporto energetico si può semplicemente ingerire un cucchiaio di olio di cocco, o aggiungerlo al cibo.


Per incrementare la presenza dell'olio di cocco nella propria dieta, si può sostituirlo al dolcificante per il the o il caffè. Dal momento che tra le sue proprietà vi è quella di migliorare l'assorbimento delle vitamine liposolubili, si può assumerne un cucchiaio per rafforzare l'efficacia delle vitamine assunte tramite il cibo o durante un trattamento specifico.
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